Imprint di Takeshi Miike

Mi vergogno profondamente di esser venuto a conoscenza di questo genio visionario così tardi. Adesso mi siedo e bevo un caffè  ridimensionando il mio entusiasmo esteta e continuo...

Occhei. Forse ho esagerato, ma mi sono innamorato di questo sadico-perverso giapporegista (che è da tempo una figura di culto negli ambienti horror). Questo Imprint (film per la tivvù, credo) mi ha fatto pensare ad una perversa commistione (atmosferica) fra Blade Runner (davvero!) e Macbeth di Polanski, con un pizzico de Il nome della Rosa. Non me ne vogliate, sono impressioni sincere. Perché messe da parte torture con aghi, un numero imprecistato di feti gettati in un fiume (alla faccia(ona) del Ferrarone nostrano (qui in tutta la sua leggiadria)), e mani-che-sbucano-da-teste, la cosa davvero interessante e affascinante è l'atmosfera sulfurea che sprigiona questo film, la sua capacità di creare un immaginario, un mondo oltre le inquadrature e di fartelo percepire in maniera genuina, dalla prima sequenza sulla barchetta (non ho idea di come si chiamano), come certi film di fine anni Ottanta. Stasera tocca a Visitor Q, nella speranza di recuperare il tempo perduto.

0 commenti:

Aggregatore notizie RSS http://www.wikio.it