Il miglior sosia (cileno) di Tony Manero si chiama Raul e vive in un paese che annaspa sotto la dittatura di Pinochet.
Raul Peralta (Alfredo Castro) ricorda Al Pacino in Scarface, ma i loro Sogni Americani son ben diversi. Il nostro eroe non ha quel (discutibile) fascino da gangster coraggioso; è un uomo stanco e grigio dentro al quale qualcosa torna a brillare solo mentre si trova di fronte al suo idolo, in un cinema desolato.
Non è Raul che rinuncia alla cultura del suo paese, è la cultura stessa che soccombe sotto il peso del regime, le varie canzoni in cileno inserite nel film sono un richiamo, la coscienza di Raul (e della sua terra) che il suo egoismo gli impedisce di ascoltare.
Non è Raul che rinuncia alla cultura del suo paese, è la cultura stessa che soccombe sotto il peso del regime, le varie canzoni in cileno inserite nel film sono un richiamo, la coscienza di Raul (e della sua terra) che il suo egoismo gli impedisce di ascoltare.
E’ l’egoismo, quella cieca disperazione silenziosa, che l’ha privato di qualsiasi umanità, non ha nulla e non sarebbe niente se non fosse il miglior sosia (cileno) di Tony Manero...
Se siete degli spettatori dibuoncuore potreste farvi ingannare dai primi dieci minuti e vi consiglio quindi di non mangiare durante la prima parte per evitare d’ingozzarvi o di subire una paralisi alle fauci. Non riderete neanche un momento e, lo spero per voi, non troverete nessuno in cui identificarvi, c’è il rischio quindi di annoiarsi, ma dovrete aver pazienza se vorrete sapere chi è veramente il miglior sosia (cileno) di Tony Manero.
“Dovreste andare al cinema a vedere Tony, lui sa”
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Cile 2008 - 98'
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