Ricco da musiche carillonesche e fotografia seppiata per i flashback, il film (di)mostra la sua vera forza nelle intense sequenze di psicoterapia in cui l'esplorazione dei più reconditi meandri della mente umana diviene il vero punto focale della pellicola del cineasta tailandese che, con isterici pianosequenza dal sapore gotico, trascina lo spettatore in una perversa spirale hitchcockiana (in cui è impossibile non scorgere la tipica tensione dello Spielberg di Duel), l'horror da grande pubblico balza come una triglia appena pescata per (ri)velare il suo lato di film impegnato, pregno di dubbi morali sul rapporto tra gemelli e implicazioni etiche che colpiranno anche lo spettatore più freddo. Pellicola d'avanguardia quindi, nel suo essere così lucidamente inquietante, cinema alto, cinema crudo, cinema diretto. Grande cinema.
Recensione vera:
Ebbene Alone, titolo terrificante, da pronunciare "Ölooün" con l'impostazione vocale più flebile e sinistra possibile, è il film di due gemelle (attaccate tra di loro da un pezzo di pelle) e di molti spaventi della categoria "Bau...Sette!" ma per adulti. Un film tanto inutile quanto ignobile. Non andate a vederlo, vi prego.
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