Gran Torino di Clint Eastwood

Essendo una persona facilmente emozionabile,  mi sarà difficile dire quanto sia mediocre questo acclamatissimo film. Walt è un vecchio reduce di guerra ultra-burbero (grugnisce!) che, dopo la morte della moglie, si ritrova a viver da solo in un quartiere ormai caduto nel degrado e popolato esclusivamente da immigrati.
Il cowboyClint vorrebbe parlar di morte, dio odio, di razzismo, di guerra e di fede (e di riscatto e di pregiudizi...), ma riesce solo a fare un piccolo collage confuso e superficiale, fatto di personaggi calcatissimi, ultrastereotipati “giovani d’oggigiorno” e soprattutto di  enunciazione di pensieri ad alta voce da parte del protagonista (da notare anche i figli che parlano tra di loro durante la messa facendo commenti sulle usanze del padre: l'escamotage più basso per svelare il passato di un protagonista). C’è solo l’ombra di una riflessione immersa in cento minuti di scene che fan leva solo su facili sentimenti la cui retorica è mascherata da un finale apparentemente pregno di significato (illusione data dall’emotività), ma che in realtà è solamente un altro eroismo all’americana tipico di Clint.
"Quello che ossessiona di piu un uomo è cio che non gli è stato ordinato di fare."
Stati Uniti 2008 - 116'

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